N. 28/2022
Dal 1 gennaio al 30 giugno 2022 sono 77.656 gli immobili staggiti nelle aste, per un totale di 110.911 esperimenti d’asta, dato sicuramente in crescita rispetto allo stesso periodo del 2021 e con un incremento di circa il 16%.Dei 77.656 immobili pubblicati all’asta, il 75% è rappresentato da esecuzioni immobiliari mentre il 22% è riconducibile a procedure concorsuali e il 3% ad altre procedure (divisione giudiziale e/o cause civili).
Un altro dato molto significativo, che dà titolo al contributo, riguarda la modalità di vendita: le aste puramente telematiche sono aumentate del 243% rispetto al 2019 e rappresentano, ad oggi, la maggioranza rispetto alle vendite classiche in presenza o miste.
A livello nazionale, attualmente le procedure incardinate nel triennio 2017-2019 sono quelle che risultano essere una importante “massa critica” sul totale, poiché subirono importanti frenate dai noti provvedimenti pandemici. Ciò contrasta con le esecuzioni incardinate successivamente, che – seppur in numero ben minore – danno la sensazione di migliore speditezza procedurale poiché non zavorrate dai richiamati provvedimenti.
Ulteriore dato interessante è rappresentato dal forte aumento del valore medio degli asset residenziali (oltre 36% in un solo anno). Se, infatti, nel 2021 l’offerta media minima era di 82.500 euro, ora che sono tornati in asta tutti gli immobili relativi alle procedure sospese, il valore medio è schizzato a euro 112.300.
Un dato senz’altro incoraggiante, ma che cela alcune insidie. Se da un lato il creditore procedente, presumibilmente ipotecario, trroverà potenziale maggiore soddisfazione in una singola esecuzione immobiliare, dall’altro questo aumento rischia di escludere una buona fetta di possibili acquirenti.
Quanto sopra espsosto deve essere necessariamente visto anche alla luce del fatto che per la prima volta da anni, i prezzi delle case sono aumentati dello 0,5%, stante il minor numero di costruzioni – rallentate dalla pandemia – e la generale domanda in rialzo.
Per le aste, questa rappresenta una grande opportunità: essendo la domanda superiore agli immobili disponibili nel libero mercato, la sensazione è quella che il creditore potrà vedersi aumentate le possibilità di soddisfo.
Il tema, per così dire sfidante, sarà osservare il trend nel 2023, nel quale i Tribunali saranno chiamati a gestire l’affollamento delle esecuzioni immobiliari che ancora subiscono ritardi dalle “vecchie” sospensioni e altresì capire se ci sarà una vera ripresa di efficienza come sopra prospettato.
Dott.ssa Giorgia Libutti
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